
Alla scoperta di alcuni tra gli orti “segreti” più belli di Venezia, mete inusuali per trascorrere un pomeriggio tra cultura, design ed enogastronomia.
Pochi forse sanno che l’orto gourmet – così come lo concepiamo oggi, un giardino dove far crescere piante ad uso commestibile, ma anche un simbolo con una forte valenza culturale e sociale – divenne una vera moda nella Venezia del ‘500, quando quella che conosciamo come una città di merletti marmorei e pavimenti in trachite era un luogo completamente verde, coperta di erba e giardini.
Non a caso le piazze veneziane si chiamano “campi” e le vie “salizade” perché erano, appunto, selciate. Sin dalla sua nascita, Venezia era, infatti, autosufficiente per quanto riguardava la coltivazione di frutta, ortaggi ed erbe aromatiche; attività che ai tempi di maggior splendore della Serenissima Repubblica di Venezia divenne un vero e proprio fenomeno oggetto di studi, pubblicazioni e grandi investimenti. L’Orto Botanico di Padova, il più antico al mondo, nasce, infatti, nel 1545 sotto il dominio e per volere dell’allora Repubblica di Venezia.
Orto di Venezia
Sant’Erasmo è da sempre l’orto di Venezia per eccellenza, dove sin dal medioevo venivano coltivate la maggior parte delle verdure consumate nella città veneta. La seconda isola della Laguna per grandezza dopo Venezia, già nel ‘500 veniva descritta da Francesco Sansovino come straordinariamente ricca di orti e vigneti grazie alla sua eccezionale fertilità. Qui sono prodotte alcune delle primizie veneziane più famose al mondo come le celebri “castraure”, piccoli carciofi di un caratteristico colore viola. Alle delizie vegetali dell’isola oggi se ne aggiunge un’altra: a Sant’Erasmo si trova, infatti, una delle poche cantine che produce vino di Venezia, che si chiama non a caso “Orto di Venezia”. Nella piccola tenuta dal fascino rural-chic, nata da un’idea dell’imprenditore Michel Thoulouze, si produce un ottimo vino bianco invecchiato 5 anni e prodotto con metodi rigorosamente biologici. Sant’Erasmo, facilmente raggiungibile in vaporetto da Treporti o dalle Fondamenta Nove a Venezia, vale davvero una visita per una degustazione alla cantina Orto di Venezia o una gita in bicicletta per comprare deliziose primizie presso una delle piccole aziende agricole dell’isola e visitare la Torre Massimiliana, costruita nel XIX secolo sulle fondamenta di un antico forte, unico esempio nel suo genere ancora esistente in Italia.
Dopolavoro, Isola delle Rose
Nell’Isola delle Rose si trova uno degli orti privati più belli di Venezia. Nata artificialmente nel 1870 con la terra proveniente dagli scavi del porto di Santa Marta, l’isola ospita il resort di lusso JW Marriott Venice che comprende anche il Dopolavoro, il ristorante gourmet affidato alla gestione de Agli Amici, due Stelle Michelin. Qui, in un lembo di terra circondato dal mare, è stato creato dalla sua brigata un bellissimo orto dove, grazie allo speciale microclima ed al terreno particolare ricco di sostanze nutritive, vengono coltivati oltre 25 tipi di frutta e verdura, senza alcuno uso di pesticidi, utilizzati per i piatti proposti nel bellissimo ristorante. Oltre all’orto, un centinaio di uliveti danno vita all’unico olio prodotto a Venezia che viene servito anche per degustazioni. La piccola isola di 16 ettari offre varie possibilità di svago come una visita per rilassarsi alla Spa, la più grande di Venezia e una delle più belle al mondo, o prendere un cocktail nel rooftop bar con vista panoramica su Piazza San Marco, davvero notevole al tramonto. Il resort è raggiungibile tramite transfer gratuito da Piazza San Marco.

Madonna dell’Orto
Questo… è un orto che non c’è ed è proprio questa caratteristica che lo rende così segreto ed affascinante. All’estremo nord di Venezia, nel quartiere di Cannaregio, si trova, infatti, un’area un tempo dedicata quasi esclusivamente alla coltivazione di orti e giardini dove oggi sorge la Chiesa della Madonna dell’Orto. La leggenda racconta che nel 1377, proprio in un orto antistante la chiesa, venne trovata una statua della Vergine che emanava strani bagliori nella notte, in seguito artefice di molti miracoli. La Chiesa vale una visita per vedere la statua, oggi custodita nella Cappella di San Mauro, ma soprattutto alcune tra le più belle opere del Tintoretto, artista che nacque e visse poco distante. In Campo dei Mori si possono ancora vedere le statue di quattro leggendari mori, oggi incastonate in palazzi di epoca più tarda, che si presume facessero parte del muro di un enorme orto giardino appartenente ad una ricca famiglia di mercanti, tra i più belli di Venezia. Qui, potete fermarvi a mangiare all’Orto dei Mori, nelle stanze che un tempo furono proprio la bottega del padre del Tintoretto (una tintoria, da cui l’artista prese il soprannome), un piccolo ristorantino particolarmente amato da artisti e celebrità.
In Venetia Hortus Redemptoris
Oggi il giardino più bello di Venezia, nel 2021 la Curia Provinciale dei Frati Minori Cappuccini, con l’autorizzazione della Santa Sede e della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, ne ha affidato il restauro alla Venice Gardens Foundation. L’Orto Giardino del Convento della Chiesa del Redentore conta una storia antichissima. I suoi frati francescani sono al Redentore dal 1535, rivestendo un ruolo centrale per la comunità in quanto da loro venivano mandati gli ammalati delle varie epidemie che giungevano in Laguna, ragion per cui, quando come ringraziamento per la fine della peste nel 1576 fu edificata la Chiesa del Redentore, fu affidata a loro. Per la realizzazione del progetto In Venetia Hortus Redemptoris, la Fondazione ha incaricato una vera e propria archi-star del paesaggio, Paolo Pejrone, famoso tra gli altri suoi meravigliosi lavori per il parco di Villar Perosa della famiglia Agnelli o la villa toscana di Valentino, mentre il restauro architettonico è stato affidato all’architetto Alessandra Raso. Al suo interno, si trova il Caffè In Venetia Hortus Redemptoris, con un bellissimo dehors che si affaccia sulla Laguna con vista sulle isole di San Clemente, di Sacca Sessola e delle Grazie.
Info utili
Se desiderate approfondire ulteriormente il tema:
Il quaderno degli orti veneziani (2009) di Elisabetta Tiveron
Kellermann Editore