Dal 1946 l’antica cella vinaria della famiglia Varaschin Brunoro è la sede della Confraternita del Prosecco dove, tra leggende centenarie, ogni anno viene eletta la migliore bottiglia di Spumante Valdobbiadene DOCG. Andiamo a scoprire i suoi segreti e come visitarla.
La storia dell’antica cella vinaria inizia nella seconda metà dell’800 quando la famiglia Brunoro comincia a produrre a casa, proprio nel centro di San Pietro di Barbozza, il prosecco rifermentato in bottiglia che all’epoca chiamavano semplicemente “vin col fondo”. Pionieri del suo commercio, negli anni ’20 sono tra i primi ad etichettarlo, quando ancora veniva prodotto solo per autoconsumo, e, intorno al 1930, Isidoro Brunoro, appassionato enologo, crea di fianco a casa la prima cantina “professionale” della zona insieme a Giuliano Bortolomiol, Umberto Bortolotti e Mario Geronazzo.
Nel 1946 danno vita, con l’aiuto di altri enologi, alla Confraternita del Prosecco di Valdobbiadene con il nobile obiettivo di aiutare il territorio a risollevarsi dopo la Seconda Guerra Mondiale grazie alla tutela e valorizzazione del suo frutto principale, il Prosecco. Come sede della Confraternita scelgono proprio la grotta di affinamento a volta, risalente al 1931, parte della cantina della famiglia Brunoro.
Mi piace far rivivere nelle persone che accolgo nella nostra Cantina e nella Cella Vinaria tutte le straordinarie emozioni vissute tra queste colline.
(Manuel Cortigiano, famiglia Varaschin)
Nel frattempo, Emma Brunoro s’innamora di Matteo Varaschin, che negli anni ’30 aveva dato vita alla sua azienda agricola, e, sposandosi, pongono le basi per l’unione delle due famiglie e della loro importante storia vitivinicola. Oggi, infatti, la grotta della Confraternita si trova all’interno della sala degustazione di Casa Brunoro delle Cantine Varaschin.
Alla grotta si accede attraverso una piccola porticina sovrastata da un’emblematica scritta in latino “Hac ad cellam vinariam descensus cave ne incertus ascendas” (una volta entrati in questa cella vinaria, l’uscita sarà incerta), scelta con acuta ironia dai fondatori della Confraternita. Varcarne la sua soglia è un’emozione fortissima: sarà per il profumo inebriante, le pareti colme di vecchie bottiglie e cimeli storici, ma soprattutto per lo stupore che destano i bellissimi affreschi allegorici creati nel 1966 dall’artista Gigi Cappellin che ricoprono le volte.
Il principale, nella parete di sinistra al centro, mostra la squadra di giovani imprenditori ed enologi che nel 1946 gettarono con grande visione le basi della futura fortuna dell’”oro giallo” di Valdobbiadene. Da destra, vestiti di rosso sono ritratti, infatti, il proprietario di casa di allora Isidoro Brunoro che fu il primo Gran Maestro, Umberto Bortolotti, Piero Berton, Nino Franco, Mario Geronazzo enologo e distillatore, Giuliano Bortolomiol e Carlo Biasiotto.
Oggi sono circa 150 i membri che fanno parte della Confraternita di Valdobbiadene, custodi, tra le altre, di una bellissima tradizione nata nel 1969: una volta all’anno ognuno di essi porta una bottiglia anonima di Spumante Valdobbiadene DOCG che concorre in una degustazione alla cieca che si conclude con l’elezione della migliore. L’anno 1969 non è casuale: è, infatti, quello del riconoscimento della denominazione della DOC al Prosecco di Valdobbiadene, diventata successivamente DOCG nel 2009. Del vino selezionato, vengono quindi prodotti 5.000 esemplari numerati con l’etichetta della Confraternita con lo scopo di fornire al consumatore un punto di riferimento per la valutazione e la conoscenza del miglior Valdobbiadene DOCG.
Sono tantissimi i segreti e le storie che si celano tra le volte di questa storica cella vinaria. Dal buco che si vede nel soffitto, da cui un tempo la famiglia Brunoro calava nella grotta il vino prodotto al piano superiore per farlo riposare in fermentazione alla temperatura perfetta, 15 gradi costanti, all’essere stata protagonista del celebre film Finchè c’è Prosecco c’è Speranza, sino alle tante allegorie presenti nei soggetti degli affreschi.
Oggi è Manuel, quarta generazione della famiglia Varaschin, che gestisce con grande passione Casa Brunoro e le visite guidate alla Cantina e alla Cella Vinaria. Sarà lui a raccontarvi queste ed altre meraviglie non senza farvi assaggiare i vini prodotti dalla sua cantina, tra cui due vere chicche: Orfeo 1969 Valdobbiadene Superiore DOCG Rive di Santo Stefano Millesimato Brut e il Vin Santo Ultima Ua, 100% uva Glera, prodotto da più di 100 anni con la stessa ricetta segreta di famiglia.
Casa Brunoro d’estate vi aspetta tutti i giorni, tranne il martedì, mentre dal 1 novembre è aperta dal giovedì alla domenica, la mattina e la sera per aperitivi e merende, mentre per le visite guidate e le degustazioni, disponibili oltre che per la Cella Vinaria anche per l’adiacente Museo del Prosecco, è richiesta la prenotazione.
Se volete davvero immergervi nella storia del Prosecco e di queste terre straordinarie, questo è sicuramente il luogo da visitare!
Il segreto
Sono passati ormai quasi cent’anni dalla prima bottiglia di Prosecco di Valdobbiadene che risale al 1923, ancora oggi è possibile vederla nel luogo della sua nascita a Casa Brunoro all’interno di una teca posizionata nella sala degustazione all’ingresso della cella vinaria.
Info utili
Cantine Varaschin
Casa Brunoro e Cella Vinaria
Strada Chiesa 10
31049 Valdobbiadene, Treviso
Tel. +39 0423 973553
Taglieri: piccolo 8 euro, grande da 16 euro
Bicchiere di Prosecco: 3 euro
Bicchiere di Cartizze: 4 euro
Visita alla Cella Vinaria e degustazione di 3 vini: 15 euro
Visita alla Cella Vinaria e al Museo del Vino, degustazione di 4 vini e tagliere di formaggi ed affettati: 30 euro