Tessuti Artistici Fortuny (VE)
La leggenda di Mariano Fortuny si nutre degli affascinanti segreti che si celano ancora oggi tra i tessuti da lui inventati, famosi per essere i più misteriosi e raffinati al mondo.
Nato nel 1871 in Spagna da una famiglia di artisti, il suo genio curioso e poliedrico lo porta a cimentarsi in varie arti: sarà incisore, scultore, scenografo, fotografo, designer, pittore e inventore di successo. Il suo immenso talento si coglie facilmente nella contemporaneità estrema delle sue creazioni, guidate dall’amore per il teatro, la musica e le arti visive, che rivoluzionano il mondo dello spettacolo, suo è il sistema d’illuminazione a cupola adottato anche dal Teatro La Scala di Milano nel 1921, del design d’interni con i suoi originali tessuti, della illuminotecnica con l’invenzione del regolatore di luce, le teorie sulla luce indiretta e le sue iconiche lampade, ma, soprattutto, dell’arte tessile e della moda.
Nel 1889 Mariano si trasferisce a Venezia, raggiunto nel 1902 da Henriette, sua musa e complice affiatata nella vita e nel lavoro. Insieme a lei, la loro casa diventa un salotto-atelier frequentato dal beau monde e pongono un interesse crescente nella fabbricazione dei tessuti. Nel 1906 inventano la plissettatura e nel 1907 nasce il mitico abito Delphos, ispirato all’antica Grecia, indossato dalle dive dell’epoca: da Eleonora Duse alla marchesa Casati, da Isadora Duncan a Peggy Guggenheim.
I tessuti Fortuny, moderni e rivoluzionari, diventano famosi in tutto il mondo: Marcel Proust li citerà nel suo capolavoro “Alla ricerca del tempo perduto” e l’amico Gabriele D’Annunzio definirà, ammirato, l’artista “un tintore alchimista” nelle sue opere. A Mariano si deve, infatti, l’invenzione di particolari tecniche di stampa e doratura dei tessuti che riproducono l’effetto del broccato di seta, dando l’impressione di essere scolpiti, pur conservando caratteristiche di straordinaria leggerezza e durata.
Forte del crescente successo, nel 1921 Fortuny trasferisce la produzione nell’isola della Giudecca, dove un tempo sorgeva il convento di San Biagio, chiuso poi in epoca napoleonica. Nel 1949, in seguito alla morte dell’artista, la moglie Henriette incoraggia Elsie McNeill Lee, meglio conosciuta come Contessa Gozzi dopo il suo matrimonio con il conte Alvise Gozzi, distributrice esclusiva dei tessuti Fortuny negli Stati Uniti e visionaria fautrice del loro successo commerciale, ad assumere le redini della società, facendosi custode dell’eredità artistica di Mariano Fortuny. Come voluto da Henriette, dal 1952 cessa la produzione degli abiti: un’arte che nessuno è più stato più in grado di riprodurre, nonostante le numerose imitazioni.
E’ a Elsie McNeill Lee che negli anni ’50 si deve il restauro del magnifico giardino della manifattura alla Giudecca, tra i più belli di Venezia ed incluso nella “Guida ai giardini di Venezia” di Mariagrazia Dammicco, che, anni dopo, la Contessa impreziosirà facendo costruire anche una scenografica piscina. Nel 1988 designa come suo erede Maged F. Riad, fidato confidente, e dal 1994, dopo la morte della Contessa, è la sua famiglia a portare avanti con fedele dedizione l’eredità del brand.
Il genio di Mariano Fortuny rivive oggi nella collezione di tessili ed accessori per la casa realizzati con gli stessi segretissimi ingredienti (pigmenti, colle, fissanti), metodi, e macchinari da lui stesso concepiti e installati nella storica manifattura della Giudecca, uno dei luoghi più misteriosi al mondo, dove solo i proprietari e pochi fedelissimi possono entrare. Il motto dell’azienda è, oggi come allora, “Always beautiful never the same”: ogni tessuto è, infatti, un’opera d’arte, unico per resa e colore, che, come tutti gli oggetti veramente preziosi, è pensato per essere tramandato di generazione in generazione.
Per conoscere il mondo Fortuny, vi consigliamo di visitare prima il meraviglioso Palazzo Orfei, residenza atelier dell’artista, oggi sede del Museo Fortuny e parte dei Musei Civici veneziani, e quindi prenotate un tour guidato alla sede storica dell’azienda della Giudecca (a cui si riferiscono le immagini di questo articolo). Qui potrete vedere lo splendido giardino, magnificamente popolato dalle piante che hanno ispirato alcuni dei decori Fortuny più celebri, come il glicine e l’edera, e acquistare, oltre ai tessuti originali, oggetti di design come i taccuini della Legatoria Barbieri o le deliziose creature dell’artista NY Ann Wood.
Il segreto
Le “formule” dei tessuti Fortuny sono note solo a pochissime persone e limitatamente alla parte di lavoro che compete a ciascuna. Se queste venissero a mancare, i tessuti non si potrebbero stampare e si dovrebbe ricorrere alle istruzioni ufficiali custodite in cassaforte.