Palazzo Maffei Casa Museo
A Verona, 20 secoli di capolavori in una wunderkammer d'artista
Per la visione del suo creatore, qualità ed originalità delle opere esposte e bellezza dell’allestimento, Palazzo Maffei, affacciato sulla centrale Piazza delle Erbe a Verona, è sicuramente tra le più belle case museo a livello internazionale.
La storia di questo meraviglioso museo è, innanzitutto, quella di un grande imprenditore, Luigi Carlon, fondatore della Index Spa e presidente della Fondazione Carlon Palazzo Maffei, che, sin da piccolo, trova grande conforto nell’arte. Colleziona riviste di settore, sempre più affascinato al tema, e, negli anni ’60, inizia a frequentare vari artisti, a partire da Eugenio Degani, pittore veronese che lo introduce alla vera ossessione di ogni collezionista: vincere il tempo alla scoperta dei talenti del futuro, trovando rifugio nei geni del passato.
Carlon ha successo nel lavoro e così inizia a cercare e acquistare opere di genere futurista, da un lato, e di artisti che hanno “ritratto” la sua Verona dall’altro, collezionando piccoli capolavori come la Veduta dell’Adige nei pressi di San Giorgio in Braida dell’olandese Gaspar van Wittel del ‘600 o Mercato in Piazza delle Erbe di Giovanni Boldini del 1887 circa. Si trasferisce, quindi, in una casa nel centro di Verona e, dovendo arredarla, inizia ad appassionarsi anche ai mobili antichi ed alle arti applicate, spaziando da opere medievali d’arte sacra a oggetti d’uso comune della Venezia del Settecento.
Sono profondamente convinto del potere curativo dell’arte e spero che Casa Museo Palazzo Maffei contribuisca a migliorare le vite di tante persone, così come è stato per me.
(Luigi Carlon)
Unico comun denominatore: il suo personale gusto estetico e l’amore per le avanguardie. Così, anno dopo anno, in oltre mezzo secolo di attività, Carlon mette insieme una collezione davvero straordinaria con centinaia di opere che vanno dall’archeologia greco-romana fino all’arte contemporanea.
Per anni lo guida un sogno, quello di trovare una “casa” per la sua collezione in modo da renderla accessibile al pubblico e così inizia a cercare una sede “degna” della sua visione. E, finalmente, eccola: acquista all’asta il seicentesco Palazzo Maffei, splendido palazzo edificato sulle rovine dell’antico Capitolium risalente al I sec. a.C., che sovrasta l’antico decumano, edificato in Piazza delle Erbe dai banchieri veronesi Marcantonio e Rolandino Maffei.
Per il restauro e gli interni Carlon si rivolge ad una squadra di amici illustri, in primis Gabriella Belli, storica dell’arte e direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, che, insieme all’amico imprenditore, ha firmato il meraviglioso allestimento museale, e lo studio Baldessari e Baldessari che si è occupato del progetto architettonico.
E proprio come accade nella casa di un collezionista, tra muri affrescati e pareti ricoperte di preziosa seta Rubelli, antico e moderno si fondono con grande armonia visiva e accostamenti colti che stimolano la riflessione del visitatore. A partire dall’opera che li accoglie in biglietteria, la neon-art site specific di Maurizio Nannucci che recita New horizons for other visions. New visions for other horizons e, in una delle prime sale, un meraviglioso trittico ligneo del ‘300 accostato ad un’opera di Lucio Fontana.
Un contrasto tra antico e contemporaneo dalle perfette cromie che ci incanta e sorprende anche nelle stanze successive e che si fa grande bellezza nella nuova ala del secondo piano, completata a ottobre 2021. Come la Sala Antiquarium dove un busto in marmo di Marco Aurelio, l’imperatore filosofo, è accostato a I Gladiatori nella stanza di Giorgio De Chirico o la Sala Sulla metamorfosi, in cui un Amorino di Canova dialoga con l’opera Over Nature di Chiara Dynis in cui frasi di Goethe sono sovrapposte agli affreschi settecenteschi.
Davvero stupendi i due salotti “blu”, dove è ricreato il mood delle wunderkammer settecentesche in cui, per esempio, la celebre sedia di Rietveld si specchia in una fruttiera in argento di Fabergè, o la Hope di Robert Indiana è affiancata a una scultura di Gino De Domincis e preziose lacche e mobili veneziani.
A partire dalle grandi opere futuriste e metafisiche, primo grande amore di Carlon, come l’opera Compenetrazioni Iridescenti di Giacomo Balla del 1912, sino alla pop art, nel museo sono presenti tutti i grandi nomi del XX secolo, compresi tanti importanti capolavori, dalla Femme assise di Pablo Picasso alla Fenêtre Ouverte di René Magritte. Una collezione in continuo divenire che si è anche arricchita di recenti acquisizioni come la One Multicolored Marylin di Andy Wharol e il Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti del 1909, per un totale di oltre 500 opere esposte.
Oggi è Vanessa Carlon, figlia di Luigi, vicepresidente della Fondazione e direttrice del museo, a portare avanti insieme al padre questo sogno divenuto realtà, creando collaborazioni ed originali eventi con lo scopo di rendere la casa museo un luogo aperto alle sperimentazioni, alla ricerca e a tutti coloro che credono nella Bellezza.
Il segreto
Palazzo Maffei, il cui architetto è tutt’ora ignoto, custodisce parecchi segreti e meraviglie: dalla scala a chiocciola dell’entrata, “tutta in aria”, come la descrive Scipione Maffei perché dalle cantine giunge fino al tetto senza sostegni, alla terrazza decorata con sei statue di dei dell’Olimpo, scolpiti in tufo tranne Ercole, di diverso colore perché ricavato forse da un blocco di marmo trovato nello scavo delle fondazioni romane, sino alla stupenda prospettiva da cui si gode nella sala conferenze del museo situata proprio sopra l’antico decumano con vista, in linea retta, che va da Corso S. Anastasia a Corso Porta Borsari.