Palazzo Grimani (VE)
Una vera e propria Domus in cui il Rinascimento veneziano incontra l’arte classica, un sincretismo culturale che viene raccontato nello scenografico Antiquarium ispirato al Pantheon di Roma e eccezionalmente restituito al pubblico nel 2019 proprio come appariva nel 1594.
Palazzo Grimani fu edificato come dimora del doge Antonio Grimani e poi ampliato tra il 1532 e il 1569 dagli eredi, Vittore, procuratore di San Marco, e Giovanni, patriarca di Aquileia.
Una famiglia quella dei Grimani conosciuta, oltre che per gli importanti incarichi istituzionali ricoperti durante il regno della Serenissima, anche per la passione per il collezionismo, in particolare legato al culto della Grecia e della Roma antica, accresciuto anche in seguito ai reperti trovati nella loro proprietà al Quirinale.
E’ l’unico caso al mondo in cui il visitatore può immergersi in una delle più importanti collezioni di arte classica esattamente nel suo allestimento cinquecentesco originario.
(Daniele Ferrara, Direttore Polo Museale del Veneto)
Il palazzo è, infatti, un unicum in Laguna, sintesi architettonica ed artistica tra la tradizione veneziana e quella delle domus romane, che trova la sua apoteosi nella Tribuna con lucernaio piramidale che pare fosse stato costruito proprio su precise indicazioni di Giovanni Grimani per contenere il suo Antiquarium.
Ispirata al Pantheon di Roma e pensata per diletto personale ma anche per “impressionare” gli ospiti a simbolo della “grandeur” della famiglia, la stanza doveva ospitare la collezione del mecenate, una delle più importanti al mondo di reperti greci e romani con le effigi dei grandi personaggi e miti della storia classica.
Alla sua morte, Giovanni Grimani donò più di 200 sculture alla Serenissima che furono, quindi, rimosse dal Palazzo nel 1594 per trovare una nuova casa in parte nell’antisala della Biblioteca Marciana, in seguito denominata Statuario della Repubblica, dove sono rimaste sino al 2019.
La necessità di un intervento di restauro di tale sala ha offerto l’intuizione a Daniele Ferrara, direttore del Polo Museale del Veneto e Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, di tentare il miracolo: il ritorno dopo 4 secoli a Palazzo Grimani della sua collezione di statue classiche, ricollocandola nella Tribuna esattamente come si trovava all’epoca.
Prodotta da Civita Tre Venezie, l’operazione è stata resa possibile grazie al sostegno di Venetian Heritage, di un donatore anonimo, della Helen Frankenthaler Foundation di New York e Gagosian, della Michelangelo Foundation e di Lady Monika del Campo Bacardi, e dei curatori Ferrara e Bergamo Rossi che, studiando testi e disegni dell’epoca, hanno potuto riposizionare la maggior parte delle statue esattamente dove si trovavano nel ‘500.
Quando si giunge alla Tribuna, è impossibile non emozionarsi di fronte ad un’architettura pensata per far dialogare tra loro oltre 200 statue, tra originali greci e statue romane del I e II secolo d.C., in un incrocio di sguardi, marmi di diversi colori e di una bellezza capace persino di sconfiggere le leggi mortali del tempo.
Tanti i capolavori provenienti dallo Statuario Pubblico e dal Museo Archeologico Nazionale di Venezia come il busto in marmo rosso di Antinoo in veste di sacerdote isiaco del 130-138 d.C. o la splendida Baccante del 150 a.C. E, guardando il cielo, sembra incredibile pensare che la scultura del Ganimede rapito dall’aquila, sospesa verso l’infinito, sia stata ricollocata proprio dove Giovanni Grimani l’aveva concepita nel ‘500 e che, oggi come allora, ancora ci fa battere il cuore.
Il segreto
Pare che il primo nucleo della collezione di arte classica dei Grimani provenisse dai reperti trovati in seguito alla costruzione del palazzo di famiglia nella Vigna Grimani sulle pendici del Quirinale, l’odierna piazza Barberini.
Info utili
Museo di Palazzo Grimani
Rugagiuffa 4858
30122 Venezia
Tel. + 39 041 2411507
Biglietto Intero: 14 euro
Ridotto: 7 euro