Arte&Stile

Il museo delle scarpe belle e “impossibili”

A Stra, Villa Foscarini Rossi racconta oltre un secolo di storia della moda

di Lavinia Colonna Preti
Il museo delle scarpe belle e “impossibili” — Veneto Secrets

Il museo d’impresa, nato da un’idea dell’imprenditore Luigino Rossi titolare di Rossimoda, oggi parte del gruppo LVMH, racconta le produzioni più significative dal 1947 ad oggi del calzaturificio, tra cui cult assolute come il tacco Virgule di Dior e la Vipera Dorata di YSL.

La genesi di questa maestria artigiana, in grado di realizzare vere e proprie architetture “impossibili”, va ricondotta agli anni di pacifico dominio della Serenissima Repubblica di Venezia durante i quali, lungo il fiume Brenta, si insediarono con le loro maestose ville ed attività rurali molte famiglie nobili veneziane che importarono sin dal ‘400 le fiorenti arti legate all’industria delle feste e della moda.

Qui, il boom economico portò alla nascita, nel secondo dopoguerra, di numerose manifatture, tra cui la celebre Rossimoda, creata nel 1947 da Narciso Rossi, a cui seguì, nel 1993, ad opera del figlio Luigino, l’apertura del Museo della Calzatura all’interno della bellissima Villa Foscarini Rossi a Stra.

Il museo delle scarpe belle e “impossibili” — Veneto Secrets
Il museo delle scarpe belle e “impossibili” — Veneto Secrets

La felicità è il segreto della bellezza. Non esiste bellezza senza felicità.

(Christian Dior)

La prima sala del Museo, omaggia, infatti, la storia della calzatura e, tra i vari modelli, spicca un’elaborato modello veneziano del ‘500 con un’altissima suola a ponte e intarsi in madreperla. Pensata come sovrascarpa affinché le dame non rischiassero di sporcarsi, testimonia il grande ingegno artigiano che il comparto già vantava all’epoca.

L’altissimo livello tecnico raggiunto da Rossimoda, basti pensare che una scarpa di alta gamma richiede anche tra i 100 ed i 150 passaggi di lavorazione, porta l’azienda negli anni a collaborare alla creazione di alcune tra le calzature più famose e difficili da “progettare” al mondo.

Il museo delle scarpe belle e “impossibili” — Veneto Secrets

Come il tacco Virgule di Dior. E’ nel 1963, infatti, che Roger Vivier, ricordato come il più grande shoe designer di tutti i tempi, inventa per Dior un originale tacco a forma di “virgola”, facendo così nascere un nuovo stile e un nuovo modo di essere sexy.

A Yves Saint Laurent è, invece, dedicata una retrospettiva che racconta il suo lavoro attraverso gli anni 70 – 80 – 90 ed alcuni dei suoi modelli più audaci. Come le pumps Vipera Dorata che aprono gli anni dei glitter e dei colori metallici e che, in un colpo di genio, lo stilista francese aveva voluto dipingere d’oro perché il rettile non gli sembrava abbastanza sexy, o gli altissimi stivali neri realizzati con la pelle di ben 2 alligatori.

Il museo delle scarpe belle e “impossibili” — Veneto Secrets
Il museo delle scarpe belle e “impossibili” — Veneto Secrets

Negli anni ’90 impera lo stile di Karl Lagerfeld che per Fendi disegna la celebre scarpa con il tacco sospeso, vera e propria sfida “impossibile” per gli artigiani della Rossimoda che riuscirono a creare un tacco alto che poggiava, incredibilmente, sul vuoto.

O, a volte, ad essere impossibili erano i colori da realizzare, come quelli delle calzature di Emilio Pucci, creati su ispirazioni dei viaggi dello stilista a Capri, che dovevano riprodurre fedelmente il giallo limone o l’azzurro del cielo della Riviera.

Il museo delle scarpe belle e “impossibili” — Veneto Secrets

Mentre, testimoni degli anni 2000, troviamo esposti i sandali con i lacci dorati di Donna Karan, vere e proprie armi di seduzione indossate da Sharon Stone in Basic Instinct 2, resi comodi, per assicurare un’andatura naturalmente sexy all’attrice, grazie alla tecnica dell’invisibile zeppa svuotata e tomaia in listini di camoscio elasticizzati.
E le storie da raccontare sarebbero davvero tante altre ancora.

Il museo delle scarpe belle e “impossibili” — Veneto Secrets
Il museo delle scarpe belle e “impossibili” — Veneto Secrets

Oggi, Villa Foscarini Rossi è guidata dalla figlia di Luigino, Cristina, mentre curatrice del museo è la storica della calzatura Federica Rossi. E’ lei che, durante una visita guidata (un must per godere del racconto delle storie e segreti che si celano dietro ad ogni modello), moderna fata turchina, saprà trasformare ogni scarpa in un sogno e, questo si che è un segreto, al termine del percorso fornirvi anche la lista degli spacci aziendali della Riviera del Brenta.

E prima della shopping session, potete fermarmi a pranzo all’Osteria del Baccalà, a soli 50 metri dal museo, dove la cuoca Linda vi saprà deliziare con il calore delle osterie di una volta e le ricette della tradizione.

Info utili

Museo della Calzatura
c/o Villa Foscarini Rossi
Via Doge Pisani 1/2
30039 Stra, Venezia
Tel. +39 049 9801091
infomuseo@villafoscarini.it

Ingresso: 7 euro
Ridotto: 5 euro

Ingresso con visita guidata: 7 + 50 euro (solo su prenotazione, fino a 20 pax).

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