A Vicenza, all’interno della Basilica Palladiana, si trova l’unico museo in Italia interamente dedicato al gioiello che, attraverso un racconto filologico e tematico, mette in mostra oltre 400 capolavori di arte orafa, dalla preziosa corona originale della Madonna di Monte Berico alle creazioni dei più grandi designer e stilisti.
Gli oltre 410 m2 di spazio museale, progettato dalla famosa designer spagnola Patricia Urquiola, si trovano nel complesso monumentale di quello che si può considerare, a tutti gli effetti, il primo shopping center dedicato all’arte orafa d’Italia. Il Museo del Gioiello si trova, infatti, all’interno della Basilica Palladiana, proprio dove nel lontano 1333, sotto i suoi portici, si costituì la prima corporazione di orefici della città.
Una visita al Museo non può che iniziare, quindi, con una passeggiata lungo il perimetro della Basilica ammirando le meravigliose insegne originali restaurate di alcune tra le botteghe più antiche e prestigiose di Vicenza, dalla Ageno alla Marangoni sino alla Giulio Balzarin. Un pannello appeso all’esterno della gioielleria Soprana, che oggi continua la tradizione storica della Marangoni, testimonia, infatti, con un’incisione del 1770, come la bottega si trovi oggi proprio nello stesso posto della sua “antenata”.
I gioielli sono eterni, immortali, di quell’immortalità della materia di cui sono costituiti e dei sentimenti che vi sono incastonati.
Il Museo, progetto di Italian Exhibition Group in partnership con il Comune di Vicenza, si sviluppa attraverso 9 sale tematiche. In particolare, l’attuale percorso espositivo, “Gioielli Italiani”, curata da Alba Cappellieri, professore ordinario di Design del Gioiello e presidente del corso di laurea di Design della Moda presso il Politecnico di Milano, racconta la storia del gioiello italiano e del suo mito internazionale attraverso il lavoro dei suoi principali distretti orafi, da Vicenza a Valenza, da Arezzo a Torre del Greco.
Un viaggio che ci porta a conoscere le case orafe e i collezionisti più importanti, i designer, gli artigiani e i capolavori assoluti che vi faranno innamorare, ancora di più in caso fosse possibile, dell’arte, di cui l’Italia è maestra, del “modellare” i metalli e le pietre più preziose ispirandosi al sacro valore della Bellezza assoluta.
Si parte della Sala Simbolo, dove il gioiello viene raccontato in quanto “simbolo” di potere, di religione, di regalità, di prestigio sociale, di patriottismo. Qui si svelano al visitatore due capolavori assoluti dell’arte orafa vicentina, dal forte potere mistico ed evocativo, che da soli valgono il viaggio per venire a vedere questo originale museo.
Si tratta della Corona e del Pettorale commissionati all’inizio del ‘900 in onore della Madonna di Monte Berico e realizzati dalla Angelo Marangoni (a volte è proprio la storia che “chiude” un cerchio perché la sala del museo quasi si affaccia sul luogo dove sorgeva la loro bottega storica). Le due opere d’arte sono state realizzate, rispettivamente, in oro, diamanti, peridoto, ametista, rubini, zaffiri, perle, con incastonato al centro il prezioso anello donato dal Papa Leone XIII, e mettendo insieme alcuni degli oggetti più preziosi donati alla Madonna nel tempo, più precisamente 16 orecchini, 5 spille, 5 croci e 4 anelli. Il risultato lascia letteralmente senza parole.
La seconda Sala, quella della Magia, racconta la genesi dei gioielli utilizzati come amuleti e talismani, oggetti “magici” quindi, a partire tra quelli più potenti della storia come la collana con perle Rosetta veneziane del XIX secolo proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo, probabilmente appartenuta ad uno potente sciamano capo tribù.
La successiva Sala Funzione mette in mostra gli oggetti d’uso comune realizzati con materiali preziosi, come bottoni, fibbie, fermagli, tra cui accessori curiosi come i binocoli da teatro in diamanti, il portasigarette del 1917 con firma di Vittorio Emanuele III o il bellissimo anello portaveleno del 1820.
La quarta Sala, quella dedicata alla Bellezza, ci racconta i gioielli utilizzati come accessorio estetico attraverso i lavori di alcune delle case orafe più famose, dalla Nardi di Venezia con i suoi magnifici Moretti, alla Boutique Amedeo di Torre del Greco con i suoi cammei finemente incisi.
Le Sale seguenti, Arte, Moda, Design, sono dedicate ai grandi artisti che si sono cimentati nell’arte orafa. Una magnifica occasione per ripercorrere la storia del design italiano, con le opere dei grandi progettisti come Aldo Cibic e Ettore Sottsass, e dell’industria della moda. Ogni accessorio racconta un capitolo della storia del costume italiano: dalle collane anni ’70 di Emilio Pucci ai bracciali di Gianni Versace simbolo della sua golden age, quando negli anni ’80 incantava le passerelle con lo stile gothic-chic, ai bracciali in plastica bianca e nera di Giorgio Armani.
Protagonista della sala, un meraviglioso abito viola del 2001 del grande Gianfranco Ferrè ispirato all’arte africana con filo oro, perline color bronzo, piccole sfere in filo di lurex oro spiralato, cilindri e piccole sfere in metallo dorato, pietre Swarovski, legno laccato oro e metallo dorato, proveniente dal suo Archivio storico.
Nella meravigliosa Sala Icone, l’ottava, sono esposti alcuni tra i più bei gioielli “icona”, ovvero quelli diventati oggetti del desiderio senza tempo, unici per lavorazione e particolari, ispirati ai miti assoluti della storia. In particolare ci sono vari oggetti provenienti dalle collezioni della Gioielleria Pennisi di Milano, come la magnifica parure Egyptian Revival con divinità egizie in platino e diamanti del 1920 o il bracciale di Mario Buccellati, appartenuto a Gabriele D’Annunzio con dedica autografa “ricordo della fine” del 1925.
L’esposizione si chiude con la Sala Futuro in cui sono narrati alcuni dei designer contemporanei che hanno maggiormente innovato ed ispirato l’arte del gioiello, come la Collezione Armatura di Paola Volpi, ispirata alle armature dei quadri di Paolo Uccello, o gli anelli scultura piccoli giardini dell’Eden di Ilenia Corti.
Seguite i social del museo per rimanere aggiornati sulle mostre temporanee e le tante attività, anche per bambini e famiglie, organizzate negli spazi polivalenti della struttura.
Il segreto
La corona della Madonna di Monte Berico è l’unico pezzo di alta gioielleria che Vicenza ha prodotto e conserva dopo l’invasione napoleonica che spogliò la città di tutti i suoi preziosi, compreso il celebre Gioiello di Vicenza, un antico modello circolare in argento della città attribuito all’architetto Andrea Palladio.
Info utili
Museo del Gioiello
Piazza dei Signori
36100 Vicenza
Tel. +39 0444 320799