Lo stile living delle Colline del Prosecco
Alla scoperta dell'interior design che contraddistingue questo paradiso country chic
Esiste uno stile living delle Colline del Prosecco? Così come lo stile “à la marinière” di Saint Tropez o quello Riviera di Portofino e Capri? Alla scoperta di una tendenza che sta conquistando sempre più appassionati di design e interiors.
Partiamo dalla storia. La campagna trevigiana vive un periodo di pacifica serenità fino alla caduta della Serenissima Repubblica di Venezia, lo stile allora è quello della villa veneta che, pur adattandole alle esigenze rurali, si nutre delle mode in voga negli eleganti palazzi veneziani del tempo. Sul finire del ‘700 arriva il dominio napoleonico, quindi quello austriaco a cui susseguono due conflitti mondiali che cambiano per sempre la fisionomia di tanti paesi veneti dell’entroterra, le cui ville padronali e caratteristici casali in pietra sono spazzati via dalla furia della guerra.
Nel dopoguerra, ed in particolare dagli anni ’60, inizia la ricostruzione e i simboli di quello che è diventato oggi l’inconfondibile stile rustic-chic delle Colline del Prosecco nascono proprio dall’esigenza di “creare” ed abbellire le proprie dimore con le poche risorse che le famiglie avevano a disposizione alla fine della guerra.
A partire da tavoli e sedie rigorosamente in legno povero e paglia, quelle che oggi si definiscono “da osteria” e sono diventate un cult, da cui ha preso ispirazione – in realtà pare dopo aver mangiato in una trattoria di Milano – Giò Ponti che le ha elevate allo status di icone del design con la creazione del modello Superleggera del 1957.
Parlando di sedute, in tutte le ville più chic dell’entroterra veneto non potevano mancare mobili in giunco e vimini, una moda giunta dall’oriente e poi diffusasi rapidamente nei paesi anglosassoni. I primi stabilimenti di lavorazione del giunco compaiono in Italia alla fine dell’800, dando vita a bellissime ceste (molto diffusa era la professione del “canestraio”) e mobili con le linee curve tipiche dello stile Liberty in voga all’epoca, arrivando a diventare una delle prime industrie nel trevigiano, un comparto poi quasi scomparso con l’avvento di più economiche materie prime. Una tradizione che è ancora viva nei giardini di molte ville, dove sotto un porticato o una frasca non mancano mai due poltroncine o una sedia a dondolo in vimini, e che si sta fortemente rilanciando grazie alla popolarità dello stile Nordic-chic.
E veniamo alle luci, forse il tratto più distintivo della cifra stilistica della campagna veneta. Se le locande e le osterie più ricercate utilizzavano le tipiche lanterne alla veneziana, un prodotto di arte povera perché, inizialmente, creato dagli scarti della lavorazione del vetro di Murano, poi legato con il fil di ferro al fine di creare un paralume colorato, le case rurali utilizzavano la sola lampadina appesa al soffitto che veniva rivestita con materiali di “recupero”, come centrini fatti a mano e scolapasta, un’idea che è stata riproposta da molti designer contemporanei.
Altro dettaglio inconfondibile sono i decori e gli oggetti realizzati con gli scarti della lavorazione del vino. Siamo ovviamente sulle Colline del Prosecco dove, dagli anni ’60 in poi con la riscoperta della coltivazione della vigna, si sono creati i presupposti di diffusione per quella che è oggi la maggior industria di queste colline.
Il riciclo in questo caso ha il solo limite della fantasia: le caratteristiche damigiane verdi di vetro, usate un tempo per commercializzare il vino sfuso in quanto le bottiglie iniziarono ad usarsi solo dagli anni ’60 in poi, sono trasformate in lanterne e porta lucine a led, mentre botti e cassette di vino diventano portalibri e porta menù.
E la mise en place? Oltre alle classiche tovaglie a quadretti da trattoria, nella campagna veneta si è diffusa la moda delle “righe di Mussolente”, i tessuti realizzati dall’azienda artigianale Eger la cui storia parte nell‘800 dalla lontana Boemia quando Francesco Eger si trasferisce in Veneto e fonda la sua impresa. Negli anni ’60, con il boom delle seconde case, i tessuti Eger si trovano nelle dimore della Dolce Vita veneta, in primis Cortina da cui la moda dilaga in tutto il Veneto, grazie ai suoi straordinari cotoni egiziani in fibra naturale: piacevoli al tatto, resistenti, dalla piega perfetta. I bicchieri sono quelli in vetro di Murano, mentre le ceramiche, per i più fortunati, sono ancora i servizi floreali delle storiche aziende venete di fine porcellana come la Fontebasso a Treviso o la Antonibon a Nove.
E ovunque, come centrotavola o per decorare drink e piatti, vengono utilizzati i fiori di queste colline, dalla lavanda con cui si soleva profumare i cuscini, mettendola in sacchettini ricamati a mano, e tener lontani gli insetti alle spighe che venivano raccolte insieme al prezioso grano.
Uno stile riconoscibile e davvero unico al mondo che ci racconta di un “paradiso”, quello che accoglie oggi il visitatore, fatto di dolci colline, frasche e vigneti creati dalle mani amorevoli dell’uomo che li ha strappati dal destino di una storia non sempre generosa.
Info utili
Per vivere un’esperienza nello stile “Colline del Prosecco” o acquistare i prodotti locali potete visitare il sito di visitproseccohills.it, la rete di imprese, che estende da Asolo al Montello passando per Conegliano e Valdobbiadene, che si pone come obiettivo la salvaguardia e promozione di queste meravigliose colline.