Sin dalla sua nascita, quello tra cinema e il design è un legame indissolubile, capace di dar vita a quella magia, unica del grande schermo, fatta di dettagli che creano suggestioni e scenografie che descrivono epoche e stati d’animo.
Sono molti gli oggetti di design che sono diventati coprotagonisti a tutti gli effetti dei film che li hanno visti “attori”, riuscendo a definire uno stile, oltre che a creare spazi immaginari. Sicuramente, la saga cinematografica di 007 non avrebbe avuto lo stesso successo senza i suoi set di ultra design che negli anni ’60 hanno anticipato molte tendenze, contribuendo a lanciare evergreen, poi copiati da molti altri brand, come la poltrona Barcelona di Ludwig Mies Van Der Rohe, bellissima abbinata al tavolino E1027 di Eileen Gray.
Un altro esempio è la Tolomeo: disegnata nel 1987 da Michele De Lucchi con Giancarlo Fassina, recita nel film American Psyco (2000). Best seller del brand Artemide e vincitrice del Compasso d’oro nel 1989, è ispirata alle classiche lampade da tavolo a molla coniugando una forma tradizionale con tecnologie e materiali innovativi.
Altra icona del design, disegnata dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni a partire dal 1962 per il brand Flos, la Taccia è uno dei più famosi apparecchi d’illuminazione che siano mai stati disegnati. La troviamo nella pellicola Dillinger è morto di Marco Ferreri (1969). Famosa la citazione di Achille Castiglioni che afferma nel 1987: “Questa è una lampada interessante per la sua storia, e perché qualcuno oggi la confonde per un oggetto post-moderno. Questo ci diverte molto, perché è del 1962 e io e mio fratello non avevamo nessuna intenzione di fare una lampada post-moderna.”
Oppure pensiamo ad Arancia Meccanica di Stanley Kubrik (1971) in cui è presente la iconica macchina per scrivere Valentine, nata nel 1968 dal progetto di Ettore Sottsass e Perry King e parte della collezione permanente del Museum of Modern Art di New York, importante punto di riferimento del design italiano ma soprattutto simbolo del momento storico in cui è nata.
La poltrona Egg Chair di Arne Jacobsen e Fritz Hansen (1958), classico esempio di seduta innovativa e iconica del design internazionale, è protagonista, invece, nel film Zoolander di Ben Stiller (2001). Progettata nel 1958 per arredare la hall dell’hotel Royal di Copenaghen, ancora oggi viene prodotta con successo in diverse versioni e colori. La sua elegante forma a uovo racchiude le indicazioni progettuali del designer, tra l’avanguardia del Neoromanticismo del De Stijl, le istanze del Bauhaus e il rigore dello stile Scandinavo.
Un altro oggetto di design cult che ha aggiunto valore e fascino a molti racconti cinematografici è la mitica Eames Lounge Chair progettata dai designer Charles a Ray Eames per l’azienda di mobili Hermann Miller (1956). Protagonista della commedia cinematografia Il matrimonio che vorrei di David Franchel (2012), è stata la prima poltrona della storia progettata per un mercato di fascia alta, anch’essa esposta al Museo d’Arte Moderna di New York.
Lasciando Hollywood per Roma, la meravigliosa sedia Eames Plastic Chair, disegnata da Charles e Ray Eames, prodotta da Vitra nel 1948, identifica la casa da sogno del film Perfetti sconosciuti di Paolo Veronese (2016). Quasi tutta la divertente trama del film, infatti, si svolge attorno al tavolo circondato da queste sedie iconiche.
Questi elementi d’arredo ed altre icone di design sono protagonisti dell’esposizione “Il design del cinema. Oggetti indimenticabili” nell’ambito di eDesignFestival 2021 a cura di Luciano Setten allestita presso il Museo Santa Caterina di Treviso fino al 7 novembre 2021. Un omaggio all’altra grande mostra ospitata nel complesso museale, oltre che al Museo Nazionale Collezione Salce, che racconta i più bei manifesti della storia del grande schermo attraverso il lavoro dell’ultimo “pittore del cinema”, il grande Renato Casaro.