Quando si dice che l’arte salverà il mondo. Sicuramente la street art ha già salvato dall’oblio e dal degrado le periferie delle più grandi città e, nel caso di Cibiana, anche le preziose tradizioni di un popolo.
A portare la Street Art nell’olimpo delle Arti hanno sicuramente contribuito le campagne pubblicitarie di molti fashion brand, come quella della primavera/estate 2018 realizzata da Gucci in collaborazione con l’artista spagnolo Ignasi Monreal. Le sue meravigliose immagini oniriche hanno rivestito Art Wall temporanei nelle grandi metropoli internazionali, da New York a Milano, consacrando il murale ispirato alla coppia del famoso dipinto del 1434 di Jan van Eyck, “Ritratto dei coniugi Arnolfini”, una delle opere d’arte più apprezzate e fotografate al mondo.
In Veneto uno degli esempi più riusciti di street art al servizio della storia è sicuramente rappresentato dalla favola moderna di Cibiana di Cadore, un paesino di poche centinaia di anime delle dolomiti bellunesi, famoso un tempo per la fiorente industria del ferro e in particolare per la produzione di chiavi, che ha rischiato di spopolarsi a favore di una recente emigrazione verso la Germania. Per contrastare il fenomeno, nel 1980 Osvaldo Da Col, allora direttore della Pro Loco di Cibiana e il celebre artista Vito Calabrò, supportati dal sindaco del tempo Eusebio Zandanel, hanno avuto la geniale idea di ridare vita al paese dando voce all’arte dell’affresco di strada.
Così artisti emergenti e famosi di tutto il mondo sono stati chiamati a decorare i tabià (tipiche costruzioni in legno), i muri e i negozi del paesino con la missione di recuperarne la storia, le tradizioni, i mestieri, ma anche le antiche leggende di montagna, e trasformarle in parole dipinte.
Oggi i murales che adornano Cibiana sono oltre 60 e la passeggiata circolare per ammirarli tutti, che si snoda attraverso la frazione di Masariè, Cibiana di Sotto e Pianezze, è una delle attrazioni più romantiche e suggestive che le Dolomiti venete possono offrire. Il fascino dei murales incanterà gli amanti della montagna, della pittura, così come gli appassionati di fotografia Urbex, complice il fascino di questo paesino che sembra congelato nel tempo, fermo a come doveva apparire all’inizio del secolo, e che ci regala attimi di poesia squarciati dalla bellezza delle opere dipinte su case altrimenti completamente abbandonate all’oblio.
Tra le più suggestive, “La Vecia e l’Alviano” di Walter Pregnolato racconta un episodio epico della storia veneta che ha reso Cibiana famosa: nel 1508, infatti, le truppe della Serenissima, capitanate da Bartolomeo d’Alviano, attaccarono e sconfissero l’Imperatore Massimiliano I d’Austria che tentava, alla guida della Lega di Cambrai, la conquista di Venezia. Un’altra opera sulla quale merita di soffermarsi è “L’Emigrante” dell’artista iraniano Nader Khaleghpour dove un bellissimo cavallo bianco capovolto rimane sospeso tra il blu profondo dell’affresco e l’azzurro limpido del cielo di montagna che si staglia dietro il caseggiato.
O come non sognare di fronte a “La Storia de l’Anguana” di Geoffrey Humphries (1989), pittore inglese che vive a Venezia, che raffigura appunto un’anguana, ninfa delle acque, creatura misteriosa ed affascinante che fa parte del folklore cadorino, o alla poesia dell’artista cileno Mario Tapia che ha dipinto l’opera “Al Forno” creando un trompe-l’œil sulle finestre di una tipica abitazione locale?
E se dopo la passeggiata vi è venuta fame, a circa 20 minuti di strada, potete fermarvi a provare i piatti della tradizione cadorina a Vodo di Cadore al Ristorante Al Capriolo.
L’arte ci salverà? Decisamente si, stando all’incoraggiante sviluppo che Cibiana sta avendo grazie alla street art e al crescente impiego di questa forma d’arte da parte di governi ed istituzioni di tutto il mondo come strumento di riqualificazione urbana.