Ca’ Rezzonico: visita virtuale al ‘700 segreto
Ca’ Rezzonico, uno dei più bei palazzi sul Canal Grande, è l’apoteosi del lusso del ‘700 veneziano, riflesso della bella vita condotta dai nobili del tempo. Iniziato su progetto del celebre architetto Baldassarre Longhena, ne raccolse l’eredità come archi-star del momento Giorgio Massari che lo completò alla fine del ‘600 per conto della potente famiglia Rezzonico. Nell’800, per mancanza di linea ereditaria, il palazzo cambiò varie volte proprietà fino al 1935 quando venne acquistato dal Comune di Venezia. Tra i suoi inquilini celebri ricordiamo lo scrittore Robert Browning e il musicista Cole Porter, famoso per i party all’insegna della stravaganza, come la festa in cui arruolò 50 gondolieri per servire i drink e una squadra di funamboli per inscenare uno spettacolo sospeso sul Canal grande.
Andiamo dunque alla scoperta dei tesori custoditi nel Palazzo grazie al virtual tour a cui si accede tramite il sito e l’App Google Arts & Culture.
Dopo aver salito lo scalone monumentale, quella che si svela davanti ai nostri occhi è la Sala da Ballo, la più bella per dimensioni e decorazioni di tutta Venezia. Qui si possono ammirare rari pezzi dell’arredo originale come i meravigliosi lampadari in legno e metalli dorati e, lungo le pareti, gli elementi realizzati in legno di ebano e bosso da Andrea Brustolon, artista bellunese definito da Honoré de Balzac il Michelangelo del legno, e realizzati in origine per palazzo Venier a San Vio.
Sempre al primo piano nella Sala dei Pastelli, troviamo le opere dell’artista italiana del ‘700 più famosa in Europa: è la celebre Rosalba Carriera, straordinaria miniaturista che raggiungerà un’incredibile fama grazie alle sue abilità relazionali e alla tecnica pittorica, molto moderna per l’epoca, che le consente di cogliere gli elementi salienti della personalità delle persone che ritrae. Ma Ca’ Rezzonico custodisce altri capolavori oltre alle opere pittoriche e agli affreschi di Giambattista Crosato, Pietro Visconti, Giambattista Tiepolo e Jacopo Guarana: sono i suoi arredi, pezzi unici realizzati a mano che esemplificano il massimo sfarzo nell’home decor del tempo, veri e propri status symbol.
Nella sala dell’Allegoria Nuziale troviamo, per esempio, le preziosa collezione del Conte Nani Mocenigo che dedicò tutta la propria vita ad acquistare porcellane veneziane e venete. La “ricetta” della porcellana era, infatti, rimasta un segreto industriale ben custodito in Cina e venne ricreata in Europa solo a partire dal 1710. Venezia, già nel 1720 divenne un importante centro produttivo e tra le manifatture più importanti si annoverano Vezzi e Cozzi. Nella Sala Arazzi altri tesori: i tavoli con copertura in marmo verde e i due gheridoni (tavolini a tre gambe) decorati con giochi di spuma marina e conchiglie spezzate e un altro raro elemento sopravvissuto dell’arredo originario del palazzo. Si tratta della porta laccata risalente al 1760 e decorata con motivi orientali che testimonia la grande passione per la cineseria dell’epoca. Spinta dai viaggi nel meraviglioso Catai, l’arte cinese diventa, infatti, una vera e propria moda che abbraccia trasversalmente tutti gli aspetti delle arti figurative.
Giungiamo quindi ad una sala davvero eccezionale: è quella di Andrea Brustolon, le cui opere sono considerate il massimo capolavoro dell’intaglio veneto del primo Settecento. Il pezzo più celebre è la console porta-vasi che raffigura Ercole vincitore dell’Idra di Lerna che faceva parte di una serie composta da 40 elementi della “fornitura d’arredo” scolpita dall’artista per conto della famiglia Venier. Ma non è l’unico tesoro unico al mondo: al centro della sala risplende uno straordinario lampadario in cristallo di boemia decorato con fiori in paste vitree dalle tinte vivaci, prodotto verso la metà del Settecento dal celebre vetraio muranese Giuseppe Briati. Pensate che è proprio questo “esemplare” che da il nome allo stile “Rezzonico”, lampadario diventato oggi massina icona della produzione vetraia di Murano.
Salendo al secondo piano, troviamo i più grandi pittori del ‘700: Francesco Guardi, Giambattista Piazzetta, Gaspare Diziani e Antonio Canal detto Canaletto. Quest’ultimo, acuto osservatore e “fotografo” dei suoi tempi, ci offre la possibilità di vedere com’era Venezia e la sua architettura nel ‘700 sin nei minimi dettagli. In particolare il suo capolavoro “Il Canal Grande”, dipinto a 23 anni, è un tributo a Venezia ‘città d’acqua’ quando, ancora più che oggi, tutta la vita scorreva sui suoi canali. Vi invitiamo ad approfondire l’opera anche di altri due grandi dell’epoca, Francesco Guardi e Pietro Longhi che descrivono, sebbene con stili diversi, la vita quotidiana e mondana dell’aristocrazia veneziana con tutti i suoi riti: dalle feste nei “ridotti” al rito della cioccolata sino alle visite galanti di un cavaliere in bauta (maschera) alla sua dama, donandoci una dettagliata descrizione del costume dell’epoca.
All’ultimo piano, infine, segnaliamo una curiosità: la farmacia “ai Do San Marchi”, che si trovava in campo San Stin sin dalla seconda metà del ‘600, perfettamente conservata nel suo arredo originale con l’iconico mobilio in radica di noce scura e i vasi in maiolica decorata, opera della manifattura veneziana dei Cozzi. Nel 1908 la vedova dell’ultimo proprietario decise di venderla all’antiquario parigino Raoul Heilbronneur che, causa la difficoltà di portare la farmacia in Francia, decise di donarla ai Musei Civici Veneziani.
Sono solo alcuni esempi di un Palazzo che, attraverso i suoi oggetti, ci porta a conoscere un periodo della storia, il Settecento veneziano, che per produzione artistico-culturale ed emancipazione sociale ha pochi eguali nel mondo.
Info utili
Ca’ Rezzonico
Dorsoduro 3136
30123 Venezia