Da sempre teatro di amori importanti, il borgo di Asolo conta legami importanti con il bacio, espressione d’amore tra le più celebrate nella storia dell’arte. Il nostro titolo gioca, infatti, con l’appellativo “la città dai cento orizzonti”, che le dedicò il poeta Giosuè Carducci, e con uno dei testi sul bacio più citati in assoluto, i versi che Catullo compone per l’amata Lesbia:

“Dammi mille baci e poi cento,
Poi altri mille e poi altri cento,
E poi ininterrottamente ancora altri mille e altri cento ancora”

The best things in life can never be kept; they must be given away. A Smile, a Kiss, and Love.

(Robert Browning)

Lo spunto per la nostra passeggiata lo offre la mostra Un bacio ancora allestita, sino al 13 marzo 2022, nel centralissimo Museo Civico, a cura di Enrica Feltracco e Massimiliano Sabbion, che racconta il bacio attraverso 42 artisti, tra cui Daniele Fortuna con le sue coloratissime sculture in legno e lo street artist Tony Gallo, con opere di vari generi artistici, dalla pittura alla glitch art.

Quando in storia dell’arte si cita il bacio sono, forse, due i più celebri: quello di Hayez e quello di Antonio Canova con la sua opera Amore e Psiche che, ritraendo il Dio alato sceso in volo verso l’amata, ferma l’intensità dell’attimo che precede l’unione delle labbra dei due innamorati.

La storia di Antonio Canova è indissolubilmente legata a quella di Asolo e del suo Museo Civico della cui costituzione si iniziò a parlare proprio in seguito alla morte del celebre scultore. Il Canova iniziò, infatti, la sua carriera, grazie all’interessamento del nonno scalpellino, nella bottega asolana di Giuseppe Bernardi, detto il Torretto, che divenne il suo primo maestro.

Dopo la morte del Canova, nel 1825 il nipote ed allievo Domenico Manera e successivamente nel 1836 il fratellastro mons. Giambattista Sartori Canova donarono al Comune, rispettivamente, il Cenotafio di Canova e la statua in marmo di Paride, oggi esposti nella Sala della Ragione, la più importante del Museo che ospita anche alcune opere della mostra.

Dopo la visita alla mostra, la nostra passeggiata nella piccola cittadina prosegue al Caffè Centrale, in Piazza Garibaldi quasi di fronte al Museo Civico, teatro da decenni della vita sociale del borgo, dove ci si può fermare per un aperitivo, magari con un Colli Asolani Prosecco DOCG, massima espressione enologica di questo territorio così fertile e produttivo.

E parlando d’arte, la bollicina da assaggiare non può che essere firmata Montelvini, azienda che da oltre 138 anni si basa sull’impegno per il territorio della famiglia Serena. A loro, grandi mecenati, si deve anche il recente progetto del “Vigneto ritrovato” che consiste nel recupero di un’antica vigna, situata all’interno del centro storico di Asolo di fronte alla villa Contarini degli Armeni e al celebre giardino all’italiana di Villa De Mattia, che darà vita ad un vino speciale.

A pochi metri dal Caffè Centrale vale anche la pena di visitare la Torre Civica, che fa parte dell’antico Castello di Caterina Cornaro, dalla cui cima si gode di un panorama a 360° che va dalla Rocca di Asolo al Monte Grappa e che da un meraviglioso senso al soprannome “la città dai cento orizzonti”.

Al termine della mattinata, ci si può fermare per pranzo ai Due Mori, trattoria moderna che offre uno dei panorami più belli di Asolo e piatti cucinati con il solo aiuto di un’originale cucina economica a legna.

Info utili

Musei Civici di Asolo