Ad Asolo tra Pop Art e la nuova torre dai cento orizzonti
Ad Asolo, la recentissima apertura della Torre Civica, chiamata anche dell’Orologio, offre la scusa per visitare il centro di uno dei borghi più belli del mondo iniziando la mattinata con un caffè al Bar Centrale assaporando il pigro via vai della vita che va in scena in Piazza Garibaldi.
Mario Schifano, Pop Art: Perchè Roma?
Al di là della Piazza, sino al 2 aprile 2018, nel centralissimo Museo Civico è allestita la mostra “Mario Schifano. Pop Art: Perché Roma?” organizzata dalla Città di Asolo e dall’agenzia MV Eventi di Lonigo (VI) che racconta una delle correnti artistiche più importanti del ‘900, la Pop Art appunto, capitanata, in Italia, dalla cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo a Roma. Una generazione di artisti che, al Caffè Rosati, si riuniva a “vivere” un’epoca in cui televisione e radio erano il sottofondo tecnologico per quella rivoluzione edonista e consumistica che presto si impossessò dei modelli comportamentali occidentali.
In mostra opere di Mario Schifano, ma anche di Tano Festa, Giosetta Fioroni, Mimmo Rotella, Michelangelo Pistoletto, Franco Angeli, Renato Mambor, Aldo Mondino, Mario Ceroli, Lucio del Pezzo, Cesare Tacchi, Umberto Bignardi, Concetto Pozzati. Molti di questi artisti furono protagonisti anche della Biennale Arte di Venezia del 1964 che sancì la nascita della Pop Art in Italia; un’edizione in cui furono i suoi grandi autori-simbolo, da Warhol a Lichtenstein, da Wesselmann a Rauschnberg, a dettare un nuovo modo di fare arte. Nel catalogo della mostra troverete, a questo proposito, dei testi critici davvero interessanti: citiamo, in particolare, quello di Matteo Vanzan che vi svelerà un segreto incredibile, addirittura legato alla CIA e alla geopolitica, sul perché sia nata la Pop Art in America e sul grande potere della comunicazione!
Gli artisti “maledetti”
Al centro della mostra, la produzione artistica di Mario Schifano, vorace consumatore delle immagini prodotte dai neonati mezzi di comunicazione di massa da cui traeva anche ispirazione, incarna il fenomeno della Pop Art ove è spesso la vita “bella e dannata” a diventare protagonista sopra all’arte stessa. Sono di moda gli artisti maledetti, nella pittura, così come nella musica: Schifano riuscì addirittura a rubare una donna (e che donna, Marianne Faithfull!) a Mick Jagger, che poi gli dedicò la canzone Monkey Man, e fu anche il primo ragazzo di Anita Pellenberg che in seguito presentò a Brian Jones, per poi diventare, anni dopo, la moglie di Keith Richards.
Oltre a questa mostra, il Museo Civico ospita anche significative collezioni permanenti, fondamentali da “leggere” per capire l’importanza culturale di Asolo, cittadina dal fascino “bohémien” ancora oggi scelta spesso come seconda casa da famosi artisti e designer internazionali. Antonio Canova, Gabriele D’Annunzio, Eleonora Duse, Freya Stark, sono alcuni tra i grandi nomi dell’arte per cui Asolo divenne dimora d’elezione, tanto che sia la figlia della Duse che l’amica e dama di compagnia della Stark hanno deciso di lasciare proprio al Museo una collezione di loro oggetti personali (nel caso della scrittrice ed esploratrice Freya Starck visitabili al museo dal maggio 2018).
La vista sui “cento orizzonti” di Asolo
A pochi metri dal Museo vale la pena di visitare la Torre Civica, appena aperta al pubblico, che fa parte dell’antico Castello di Caterina Cornaro, già regina di Cipro, che lo abitò dal 1489 come ricompensa per aver abdicato a favore della Repubblica di San Marco facendolo diventare un “salotto” per i suoi illustri ospiti e dando così il via al rinascimento culturale di Asolo. Risalente almeno al IX sec. a.C., la più alta delle quattro torri che originariamente costituivano la fortezza, venne usata come prigione durante la Prima Guerra Mondiale. All’entrata, di fianco alla biglietteria, si possono ancora oggi vedere sui muri i disegni a matita fatti dai soldati tenuti in prigionia. Salendo i vari piani che portano alla cima, è allestita la mostra “La Grande Guerra ad Asolo”, una notevole testimonianza fotografica che racconta il ruolo del Borgo durante la Prima Guerra Mondiale (1915 – 1918), proprio nell’importante anno del suo centenario. Dopo la disfatta di Caporetto, a seguito della sua posizione nelle immediate retrovie del Fronte, Asolo fu, infatti, occupata prima dalle truppe italiane e poi da quelle francesi e americane, compresi i volontari dell’American Red Cross; accadimenti storici che cambiarono per sempre l’anima di questa cittadina lasciando un’importante traccia nella sua eredità culturale che è giunta sino a noi. Una volta arrivati in cima alla Torre, è il panorama a 360° che va dalla Rocca di Asolo al Monte Grappa a dare un meraviglioso senso al soprannome “La città dai Cento Orizzonti” che il poeta Giosuè Carducci diede all’amata Asolo.
Pranzo con vista
Al termine della mattinata, una delle tappe d’obbligo di Asolo è ai Due Mori, trattoria moderna che offre uno dei panorami più belli del Veneto. Prenotate in anticipo uno dei tavoli per due davanti alla gigantesca vetrata con vista sui colli e preparatevi a lasciarvi viziare da Caterina, sommelier che in sala saprà consigliarvi ottimi vini, e Stefano, chef impavido che ha scelto di cucinare con il solo aiuto di una cucina economica (si a legna, capito perché il caffè viene servito con la moka?) e di vincere la sfida di coniugare una cucina di alto livello con la tradizione locale.
Info utili
La Mostra al Museo Civico è aperta venerdì: 15.00 — 19.00; sabato e domenica: 9.30 — 19.00
Ingresso: intero 8 euro; ridotto 6 euro; ingresso famiglie 22 euro (2 adulti e 2 minori)
La Torre Civica apre nei weekend
Ingresso: 2 euro (gratuito fino a 6 anni)